La presenza dei Francescani a S. Maria C.V. risale al 1677, allorché i Frati Alcantarini vi fondarono una “casa” per espresso desiderio delle autorità civili e religiose e dei cittadini.
I Frati eressero la chiesa e il convento alla periferia della città, lato est, quasi ai confini dei paesi limitrofi di Curti, S. Prisco, Casapulla e Macerata. Ai Frati Alcantarini faceva molto comodo avere una casa a S. Maria C.V. per la ragione che questa sarebbe servita come punto di appoggio tra i conventi di Napoli e Piedimonte Matese. Perciò fecero di tutto per realizzare tale progetto. Ma, se trovarono entusiastici consensi e apprezzamenti presso le Autorità locali e il popolo, non altrettanto favorevole si mostrò l'Arcivescovo di Capua, Mons. Giovanni Antonio Melzi, che riteneva poco vantaggioso per le popolazioni della sua Arcidiocesi la presenza dei Frati Alcantarini, perché la maggior parte di essi provenivano dalla Spagna e ignoravano la lingua, gli usi e i costumi. A nulla valsero le continue insistenze delle Autorità, della popolazione e dei Viceré Spagnoli.
La volontà del Pastore si piegò solamente dietro le richieste interposte dal Cardinale Cibo. Segretario di Stato del Papa di allora Innocenza XL e dal Cardinale Barberini, Protettore dell ' Ordine. L'illustre Presule chinò la fronte davanti ai voleri di sì Eminenti Autorità, accondiscese e, d'allora in poi, appoggiò e incoraggiò i figli di San Francesco. ammirandone lo zelo e l'opera che essi svolgevano a pro dei fedeli. E dopo lunghe e laboriose pratiche, il Provinciale del tempo P. Giovanni da S. Maria, benedisse la prima pietra della nuova fondazione il 2 settembre 1677, l'architetto napoletano Francesco Antonio Picchiatti ne curò il progetto e la costruzione.