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CONVENTO MADONNA DELLE GRAZIE
Via Convento Madonna delle Grazie 81055 - Santa Maria C.V. - CE
0823 794583

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Orari: 7:00 - 19:00
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Convento

Padre Giammaria Palumbo

Padre Giammaria Palumbo, al secolo Giuseppe, era nato a Pignataro Maggiore il 31 marzo 1877 da Emanuele e Margherita Rotoli, genitori esemplari e ferventi cristiani. Entrò a far parte della Provincia dei frati Alcantarini di Napoli il 29 giugno 1893, ricevendo "i panni della prova" al Convento di Santa Maria Occorrevole in Piedimonte Matese. Terminato il Noviziato, emise la Professione semplice il 2 luglio 1894. Dopo tre anni il 2 luglio 1897 si consacrò per sempre al Signore con la Professione solenne. Il 31 marzo 1900, Sabbato sitientes, nel coro della Cattedrale di S. Paolo Apostolo di Aversa ricevette l'Ordine del Suddiaconato da Sua Ecc. Mons. Francesco Vento, vescovo di Aversa e, dopo aver compiuto gli studi filosofici e teologici, fu consacrato Presbitero l' 8 settembre del 1900 dal medesimo Vescovo nella Cattedrale di Aversa. Giovane intelligente e di carattere risoluto, era dotato di spirito di iniziativa e senso pratico.
Eletto superiore non appena trentenne nella piccola comunità nascente di S. Maria C. V., concepì subito l'idea di costruire un nuovo ed artistico tempio in onore della Vergine Santissima delle Grazie con annesso convento presso la Cappella omonima ove molti fedeli si recavano per venerare la Vergine. Con il suo saper fare seppe in breve tempo accattivarsi la simpatia e la stima del popolo sammaritano e in particolare delle nobildonne Carmela Fossataro, consorte di Gaetano Cappabianca e Cristina Mesolella. Per la costruzione del novello tempio si servì dei migliori artisti locali del tempo, dell'architetto sammaritano Nicola Parisi, di altri bravi pittori e di valenti artigiani. Non pochi furono i sacrifici che dovete affrontare e gli ostacoli che dovette superare nel compiere un 'opera del genere. ma con la fede in Dio e nella sua infinita provvidenza tutto egli riuscì a superare.
Con la sua lungimiranza riuscì ad ottenere, con l'aiuto delle insignì benefattrici summenzionate, vasti appezzamenti di terreno a nord e intorno ali" area delle nuove costruzioni da rendere così serena e indisturbata la vita dei religiosi e per la creazione di strutture idonee per le attività apostoliche. Nei momenti tristi in cui P. Gianmaria stava alle strette per la paga agli operai con il rischio della sospensione dei lavori, Carmela Fossataro gli diceva: "Coraggio, figliolo, la Provvidenza vi aiuta, ditemi che vi occorre"; e la sua mano pietosa si apriva e versava il denaro occorrente per pagare le spese e continuare i lavori. E questo si ripetette spesso nei quattro anni che durarono i lavori. E se noi oggi possiamo ammirare la Chiesa e il Convento lo dobbiamo in gran parte alla generosità munifica della Sig.ra Fossataro, donna ferventemente cristiana e francescana. E quando fu colpita da penosa malattia, nel letto di morte chiama a sé l'unica figliola Cristina e le impone di continuare l'opera sua. Ma Padre Giammaria non si limitò solo alla costruzione della chiesa e del convento. Egli svolse anche un'atti vita religiosa e sociale nei confronti della società del suo tempo. Lo storico Fulvio Palmieri nel suo volume "Santa Maria Capua Vetere vecchie immagini e ... note estemporanee" afferma: "L'attivo frate seppe convincere le famiglie abbienti (emersero Cristiana Mesolella consorte di Gaetano Cappabianca e Carmela Fossataro) a donare quanto fosse necessario per realizzare questo piccolo centro che francescanamente consolò pudiche miserie, incoraggiò a vivere onestamente e sommessamente richiamò i distratti alla fede. Il Giammaria espletò anche accorta mediazione fra le coscienze incupite da crisi esistenziali, che travagliavano certi sammaritani, incapaci di risolvere, se non recitando sterili giaculatorie, segreti affanni". La figura di padre Giammaria è sinteticamente ricordata nella pagellina ricordo stampata a pochi giorni dalla morte, nella quale tra l' altro si dice: "Tu lo sai, o Signore, quanto amò l'ideale della vocazione francescana, com'egli costantemente la visse nelle alterne vicende gravide di responsabilità per oltre cinquant'anni, che la più parte trascorse, lavorando infaticabile e pregando nella serena e raccolta pace di questa dimora claustrale, da lui ideata e costruita pietra su pietra. Sai pure quale santa passione ebbe per la tua CASA, realizzata con genialità e ardimento da farne un gioiello d'arte e di bellezza, poi regale e prodigioso seggio della tua divina Madre, celeste Dispensiera di grazie, ove innumeri pellegrini cercano salute e conforto. Noi ricordiamo, grati, la sua serafica bontà, l'immancabile sorriso, la sua esemplare pietà, la santa semplicità, con cui tutti accoglieva paternamente confortando, e illuminando di luce di verità e di saggezza. Chi potrebbe dimenticare la sua effusa e generosa carità, di cui tanti, e sono senza numero e senza nome, hanno largamente beneficiato. Ma fu rimeritata con altrettanta stima e larghezza, da molti altri, che gli vollero bene e lo veneravano quale padre e sagace consigliere e guida, per cui poté realizzare il miracolo delle sue opere, che eterneranno di benedizioni la sua memoria". Padre Giammaria fu confessore e direttore di molti Istituti di Suore e del Clero dell'Arcidiocesi di Capua. Fu molto amato e stimato dal Cardinale Alfonso Capecelatro, che lo ebbe come suo confessore e direttore spirituale. Dopo una vita interamente spesa al servizio di Dio e dei fratelli, all' età di 70 anni, il 12 ottobre 1947 si addormentò piamente nel Signore. Grave fu la perdita e generale nei fedeli il rimpianto. Lo dimostrarono le imponenti e plebiscitarie onoranze funebri che ebbe. Autorità civili, militari e religiose, sacerdoti, suore e una folla ingente parteciparono alle solenni Esequie. Erano presenti il MRP Ministro Provinciale P. Geremia Olivieri. In occasione del funerale di Trigesimo, dopo la S. Messa celebrata dal Padre Provinciale, l' arcivescovo di Capua impartì la benedizione, mentre Padre Geremia Olivieri lesse l'elogio commemorativo. Fu sepolto nel cimitero di S. Maria Capua Vetere. Ma era desiderio di tutti traslocare quanto prima le sue spoglie mortali nella chiesa da lui ideata ed edificata, ed erigere in sua memoria un artistico monumento. Tali voti poterono trovare la loro attuazione solo nel 51, dopo il superamento di non poche difficoltà e sacrifici. Difatti la commissione di arte della Provincia Minoritica Napoletana, dietro richieste di una Commissione laica di S. Maria, riunitasi su incarico del MRP Commissario Provinciale del tempo, dopo un sopralluogo effettuato nella chiesa di S. Maria delle Grazie, fece alcuni rilievi, tra cui le grandi proporzioni del monumento rispetto alla piccolezza della chiesa; il divieto vigente delle leggi liturgiche e delle leggi civili. Ma di fronte alle insistenze del Comitato Sammaritano ed al parere favorevole dell' Arcivescovo di Capua Mons. Baccmini. il MRP Commissario Provinciale concesse "per ragioni particolari. L' autorizzazione ad eseguire il progetto della traslazione della salma e l'erezione del Monumento in chiesa. Dopo intensi e fervidi preparativi giunse il giorno tanto atteso. Il 28 gennaio, alle ore 15, la salma, che era stata traslocata in privato nel Duomo della città, transitando per il corso Garibaldi. giunse alla chiesa della Madonna delle Grazie, tra una folla orante e plaudente. Il giorno seguente 29 gennaio, alle ore 8.30, ebbe luogo una solenne celebrazione eucaristica. al termine della quale si procedette alla tumulazione della salma nell 'artistico Monumento. La sua tomba è lì venerata ed onorata dai fedeli e il suo corpo è in attesa del suono dell 'ultima tromba per risorgere incorrotto ed essere trasformato da corruttibile a incorruttibile, da mortale ad immortale ericevere la ricompensa riservata ai servi buoni e fedeli".

Tratto da "La Chiesa ed il Convento della Madonna delle Grazie in S. Maria Capua Vetere" di P. Berardo Buonanno.
Centro culturale Francescano
Mondragone 1999