I primi religiosi provenienti dal Convento di S. Bonaventura, che presero dimora presso la Cappella della Madonna delle Grazie, si adattarono alla meglio, all'inizio, presso alcune stanzette adiacenti all'edicola e debitamente restaurate. Ma queste non erano sufficienti per il fabbisogno della comunità religiosa, per cui, con la chiesa si pensò anche alla costruzione di un nuovo conventino per la dimora dei frati.
Tutt'intorno era campagna. Solo si scorgevano le rovine della "derelicta" basilica costantiniana, che con l'imponente abside e il suo maestoso arco trionfale sembrava lanciare un grido di aiuto verso il cielo. Anche il muro della facciata aveva resistito alla barbarie saracena, come pure parte dei locali dell ' episcopio.
Nel sec. XVIII, secondo la testimonianza del Granata, all' interno dell' abside maggiore si potevano contemplare ancora intatti i mosaici dei santi Patroni dell'antica cattedrale: gli apostoli Pietro e Paolo e i martiri Stefano e Agata. Un luogo ricco di memorie in cui sembrava di udire ancora il respiro dei Vescovi Capuani ivi sepolti. Durante la costruzione del nuovo conventino parte dei resti della basilica e delle costruzioni ad essa annesse furono conglobate nella costruzione, come l'abside centrale tuttora ben visibile.
Ciò, se per un verso ha comportato la conservazione di alcuni resti dell ' antico rudere, dall ' altro la scomparsa di alcune strutture importanti del medesimo. Un innesto provvidenziale. Una memoria sacra che non si rassegnava a morire ma che voleva riallacciare la sua storia a quella futura e così continuare a trasmettere la fede antica testimoniata dagli apostoli e dalle prime comunità cristiane.
Ecco come ci viene descritta dal prof. M. Pagano la storia di questi insignì monumenti di fede e di arte.
L'edificio del battistero era situato a S E della basilica costantiniana, conservandone quasi lo stesso orientamento, ed è visibile all' interno del cortile dell' abitazione privata del sig. A. Salzillo, in via Madonna delle Grazie.
La struttura muraria, in accurata opera listata mista con una fila di tufelli alti cm. 8 alternata a due file di mattoni non regolari, spessi cm. 3/4,2 (sp. malta cm. 314), è identica a quella della basilica, ciò che costituisce un indizio di contemporaneità cronologica. Essa presenta, fra il basamento e il corpo ottagono, un filare di bipedali. Il confronto più vicino al nostro edificio è costituito proprio da un monumento costantiniano, il battistero fatto erigere dal grande imperatore sul Golgotha, a Gerusalemme: assonanze si notano sia nello schema generale, sia nella presenza di un' abside sporgente, sia nella copertura originaria, che era anche qui una cupola con pennacchi di raccordo.
Non sarei alieno dal supporre per il nostro battistero una cronologia in età costantiniana o comunque nell'ambito del IV secolo d.C.: esso infatti trova riscontri, come si è visto, in altri edifici dell'epoca"...